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La regola della simmetria che parte dal presupposto che noi siamo una repubblica cristiana non ê per nulla invitante. Il principio da cui partire e da difendere é la laicità dello stato in accordo con la visione illuminista e liberale. D'accordo con Forchielli sulla società libera, e in quanto libera in grado di mettete dei paletti con i quali le religioni come l'islam devono necessariamente confrontarsi.
ОтветитьA sentir la nostra...fin dai primi tempi...fu Adamo...poi Eva...poi ....poi...poi...e ne hanno combinate...?
ОтветитьSe ci odiano, come dite, farne arrivare decine/centinaia di migliaia l’anno non mi sembra una grande idea.
Il problema dell’Islam ce lo siamo creato, non esiste alcun problema con i musulmani, esiste un problema quando sono tanti e vivono in ghetti (e non mi sembra ancora il caso dell’Italia per fortuna). Facciamone arrivare meno, legalmente, integriamoli, e magari cerchiamo di non offendere inutilmente la loro religione.
ritorniamo al paganesimo tollerante degli antichi, 😇😛basta con queste intolleranti religioni del LIBRO
ОтветитьÈ una religione abbastanza del caz😂
ОтветитьBravissimo, Boldrin! Purtroppo, da anni mi trovo a discutere con amici sul tema del diritto di culto in Italia, che – per buona pace di alcuni detrattori – è sancito dalla Costituzione.
ОтветитьSi devono discriminare i singoli comportamenti che derivano dal credo, non il credo in toto. Una simmetria nella discriminazione non migliorerà la situazione nei paesi musulmani e non renderà più progressista il musulmano in Europa. L'unico modo per creare un'integrazione culturale è incentivare l'integrazione biologica, come hanno fatto in parte gli spagnoli in Sud America.
ОтветитьSecondo me ha ragione Forchielli. Forse la religione da rendere illegale è quella che va contro di diritti individuali dell’uomo quindi l’Islam andrebbe reso illegale come l’apologia del fascismo o del nazismo
ОтветитьLa cosa più giusta in assoluto l'ha detta Forchielli nella prima frase 👍👍👍
ОтветитьMa perché, nella vostra discussione, non partite dall'esame dei modelli francese e britannico? Sono entrambi opinabili, ma qualche problema l'hanno già affrontato.
Ответитьtattico
Ответитьcondivido tutti i discorsi di buon senso che avete fatto sulla questione israelo
-palestinese. Ma qualcosa non torna e mi permetto di obiettare: le élite di ogni paese (anche questo andrebbe indagato) sono pro Israele; l’america continua a essere l’ago (sbagliato) della bilancia.. i popoli sono pro Palestina. Nel senso che se si andrebbe a votare avremmo risolto. Quindi o i tuoi colleghi contano zero e vivono in un mondo a se, oppure qualcosa in tutti i nostri discorsi non torna… Perché siamo tutti davvero stufi di Israele. La seconda guerra mondiale é lontanissima…. e loro non lo capiscono.
Ma dai forchielli che discorsi da bar a sto giro, meno male che c'e' Boldrin a sto giro a rendere il discorso piu' serio
ОтветитьSecondo me la questione non è poi così complicata.
Sono per una società libera e vorrei che venissero rispettati i diritti umani fondamentali. Questo ce l’abbiamo già sancito nella costituzione.
Da un punto di vista tanto legale quanto culturale, tutto ció che va a non solo contraddire ma attivamente a minare e cercare di contrastare le leggi vigenti e i diritti umani non puó essere tollerato.
Fine.
Non serve nemmeno aggiungere leggi nuove o fare della filosofia che non sia già stata fatta.
Per il resto, massima libertà.
E per quanto riguarda il discorso censura secondo me si deve ragionare sui contesti.
Io sono contro la censura, non mi piace l’idea di proibire che si dicano certe cose.
Ma il contesto fa la differenza.
Il mein kampf si vende in libreria, e va bene. È un libro, ha una sua valenza storica, ci sta che si legga.
Ben altra cosa è un comizio nazista in piazza.
L’intento di un comizio è diverso dalla commercializzazione di un libro: il comizio vuole indottrinare, convincere, inculcare idee.
Al contrario un libro semplicemente è lì, è neutro, ne trai quello che credi ed è qualcosa che appartiene alla sfera individuale. Entrare a gamba tesa su quella è un’invasione della libertà individuale.
Se a parlare male delle donne o degli omosessuali è un comico durante uno spettacolo è evidente che il tono sarà paradossale perchè l’intento è far ridere.
Se lo fa un imam in davanti a una folla di fedeli che pendono dalle sue labbra è un altro conto.
Il pericolo è che quando si promuovono certe idee, in un contesto di flussi migratori costanti, ci si avvia a un futuro in cui chi avrà queste idee saranno sempre più persone, e quando avranno diritto di voto avranno anche un maggiore peso nella società, tale da andare ad eventualmente intaccare le leggi che ci piace avere di cui parlavamo prima. Questo è da scongiurare.
E lo dice uno che è contrario anche alle ingerenze cattoliche che incidono su aborto, prostituzione e altre questioni.
L’elefante nella stanza è il fatto che l’islam non è una religione qualsiasi. Il buddhismo non crea tutti i problemi che crea l’islam. Nemmeno l’induismo o lo shintoismo.
L’islam invece, in qualunque parte del mondo attecchisca, qualche problema lo crea.
Questo perchè sembra avere la conversione forzata, la prevaricazione e lo scontro armato nel suo stesso dna, e la comunitá islamica pare molto meno timida delle altre comunità religiose a riguardo.
Quindi insomma, pragmatismo prima di tutto: se una cosa crea problemi, i problemi si affrontano e si risolvono.
Il buddhismo non crea problemi.
L’islam si.
E allora si capisce che nei confronti dell’islam sia necessario operare qualche strategia in più per farlo esistere pur liberamente ma entro i binari della nostra libera e laica società.
Quando ho dato l’esame di diritto diplomatico e consolare, ricordo mi fecero una domanda su cos’era il “principio di reciprocità”: uno straniero può fare in Italia ciò che l’italiano può fare nel paese di origine dello straniero. Semplice e lineare.
Non capisco perché tale principio sia andato perso…..